Chiese in Provincia di Verona - città di : Chiesa di San Pietro in Monastero

Chiesa di San Pietro in Monastero
Chiesone

VERONA
San Pietro in Valle, Gazzo Veronese (VR)
Culto: Cattolico
Diocesi: Verona
Tipologia: chiesa
Durante il periodo longobardo, il territorio veronese era diviso in "corti" ed una di queste, la "corte regia Aspo" aveva per cappella, sulle sponde del fiume Tione, la chiesa di S. Pietro. Tale edificio viene chiamato anche Ciesòn, cioè chiesona, poichè è sorto sfruttando la massiccia struttura di una torre di avvistamento ad esso precedente, le cui origini sono tutt'ora ignote (VII sec.?). Ignote sono anche le origini della chiesa. L'unico dato certo è che nell'807 re Pipino ed il vescovo... Leggi tutto
Fonte: BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web

Dettagli

Durante il periodo longobardo, il territorio veronese era diviso in "corti" ed una di queste, la "corte regia Aspo" aveva per cappella, sulle sponde del fiume Tione, la chiesa di S. Pietro. Tale edificio viene chiamato anche Ciesòn, cioè chiesona, poichè è sorto sfruttando la massiccia struttura di una torre di avvistamento ad esso precedente, le cui origini sono tutt'ora ignote (VII sec.?). Ignote sono anche le origini della chiesa. L'unico dato certo è che nell'807 re Pipino ed il vescovo di Verona Ratoldo donarono all'abazia di S. Zeno vasti possedimenti ed il monasteriolum di S. Pietro di Moratica. E' pertanto lecito ipotizzare che un primo edificio di culto venne realizzato tra VIII e IX sec. Si trattava di una costruzione caratterizata dall'utilizzo di marmi romani di recupero impiegati insieme al laterizio, con pianta a croce latina ed unica abside semicircolare. Una seconda fase costruttiva (romanica) è riconducibile al XII-XIII sec., dopo il terremoto del 1117. In tale occasione vennero aggiunte le due absidiole laterali. A partire dal XIII sec. a pochi chilometri dal Ciesòn, in posizione più salubre, cominciò a svilupparsi il paesello di S. Pietro in Valle, verso il quale la popolazione cominciò a spostarsi. Ben presto vi venne edificata una nuova chiesa, anch'essa intitolata a S. Pietro. La nostra, pur continuando ad essere utilizzata in particolare per le sepolture, cominciò a perdere di importanza e a deteriorarsi. Nella metà del XVI sec. il campanile venne dotato di una nuova cella campanaria a quattro bifore tutt'ora visibile. L'interesse per il Ciesòn crebbe tra XVII e XVIII sec. allorchè si affermò come santuario mariano molto frequentato dai fedeli, grazie ad una salvifica immagine della Vergine custodita in una delle due absidiole romaniche. In seguito alle soppressione napoleoniche e alla conseguente soppressione di abazia e monastero di S. Zeno, il Ciesòn venne venduto alla famiglia ebraica dei Vivante. Attualmente la chiesa, visitabile ed in buone condizioni di conservazione, è cappella della parrocchiale di S. Pietro in Valle. Esternamente essa si presenta con facciata a capanna, edificata in laterizio con l'inserzione di reperti in marmo di epoca romana ed alto medievale. Interno a croce latina terminante con un'abside maggiore e due laterali di dimensioni minori. Torre campanaria centrale. Si eleva in corrispondenza dell'intersezione tra aula e transetto. Lungo l'aula capriate lignee a vista sostengono la copertura a doppia falda in coppi. Il transetto presenta soffittatura a botte e copertura a doppia falda, anch'essa in coppi. Le absidiole hanno invece copertura semicircolare, in copi di laterizio. Pavimentazione in piastrelle di cotto lungo l'aula ed in marmi policromi del proconneso lungo il transetto ed il presbiterio. Discrete le condizioni di conservazione.

Pianta

Impianto planimetrico a croce latina, definita da un’unica aula a pianta rettangolare, un ampio transetto ad essa ortogonale con profondi bracci laterali, e dal corpo absidale a sviluppo semicircolare a conclusione dell’asse maggiore longitudinale, il cui piano rialzato di un gradino si prolunga verso la crociera centrale. L’abside maggiore è fiancheggiata da due absidiole laterali, a pianta rettangolare con fondo piatto, che si aprono al centro della parete orientale di entrambi i bracci del transetto, e la cui struttura muraria emerge esternamente con uno sviluppo in pianta semicircolare; nell’abside di destra è collocato l’altare di Maria Gloriosa in Cielo (con S. Antonio Abate e S. Antonio di Padova), nell’abside di sinistra l’altare del Crocifisso. L’ingresso principale si apre al centro della parete di facciata; un secondo ingresso è presente sul prospetto principale del braccio sinistro del transetto. La struttura del campanile si eleva in corrispondenza della crociera del transetto.

Facciata

Facciata a capanna, con orientamento ad occidente, edificata in laterizio e materiale di reimpiego romano e longobardo. Al cen

807 - 807 (origini e costruzione intero bene )

Il più antico documento inerente la chiesa di S. Pietro, o Cesòn, come la chiamano gli abitanti del luogo, è un atto datato 807 con il quale re Pipino ed il vescovo di Verona Ratoldo (803-840) donavano al monastero cittadino di San Zeno vasti possedimenti lungo il fiume Tione, tra i quali è menzionato anche il monasteriolum di San Pietro di Moratica. L'edificio originario, che può dunque essere datato all'VIII sec., aveva pianta a croce latina, con un'unica abside semicircolare.

XII sec. - XIII sec. (ricostruzione intero bene )

Una seconda fase costruttiva è riconducibile ad un periodo compreso tra XII e XIII, probabilmente come conseguenza alle devastazioni provocate dal terremoto del 1117. In tale occasione internamente vennero realizzate le due absidi a lato di quella principale, mentre esternamente, vennero realizzate le lesene concluse con archetti a tutto sesto del transetto e venne aperta la bifora non centrata rispetto all'ingresso nel prospetto principale.

XIII sec. - 1512 (sussidiarietà a San Pietro in Valle carattere generale)

A partire dal Trecento cominciò la migrazione dal vecchio insediamento (ai tempi circondato da paludi e poco salubre) ad uno nuovo, situato qualche chilometro più a nord, nella attuale località San Pietro, dove già esisteva o venne edificata ex novo la chiesa dedicata a S. Pietro in Cattedra, che poi divenne la parrocchiale nel 1647. Ciò ebbe come conseguenza il progressivo abbandono della chiesa vecchia, che comunque rimaneva centrale nell'amministrazione dei sacramenti (battesimi, matrimoni, sepolture). Tale situazione di semi-abbandono perdurò per alcuni secoli, come si può evincere da una tela del Bonsignori datata 1512, raffigurante il "Martirio di S. Sebastiano" sullo sfondo si vede il Cesòn con il campanile-tiburio diroccato e mancante della cella campanaria.

1530 - 1530 (visita pastorale Giberti carattere generale)

Il vescovo Giberti (1524-1543), in visita al Cesòn nel 1530 e nel 1532 ne sollecita il restauro e precisa che tale edificio era preesitente alla nuova parrocchiale intitolata a S. Pietro in Cattedra definendola "primaria et principalis et sacramentorum administratoria". Ribadisce il fatto che anche se l'abitato si è spostato a S. Pietro, la cui chiesa è più comoda e in migliore condizioni, i fedeli continuano ad utilizzare il cimitero del Cesòn per seppellire i propri cari.

1532 post - 1599 (restauro intero bene )

Su impulso e su sollecitazione del vescovo Giberti, nella seconda metà del Cinquecento il Cesòn beneficiò di alcuni interventi di restauro. Venne conclusa la parte superiore del campanile con la realizzazione della cella campanaria, caratterizzata da quattro bifore, il portale d'ingresso fu innalzato con l'abbattimento dell'arco che fu sostituito da un architrave marmoremo di reimpiego.

XVII sec. - XVII sec. (interventi di modifica intero bene )

Nel corso del XVII sec. le absidi laterali vennero alzate e coperte con un unico tetto spiovente continuo con quello del transetto.

XVII sec. - XVIII sec. (devozione mariana carattere generale)

A partire dal Seicento cominciò a diffondersi la devozione per una pala raffigurante la "Vergine con Bambino ed i SS. Antonio Abate e Francesco", custodita nell'abside a destra di quello maggiore e ritenuta dispensatrice di grazie. Numerose ogni anno erano le visite dei fedeli e numerose anche le offerte elargite, come attestano le visite pastorali ("multae adsunt oblationes pro consecutis gratiis").

1740 - 1754 (erezione altari laterali)

Tra 1744 e 1754 vennero eretti i due altari laterali situati all'interno delle due absidi/cappelle. Quello di sinistra, dedicato al Crocifisso, è realizzato in forme neoclassiche in biancone e dalla visita dell'abate di S. Zeno del 1744 risulta "noviter fabre factum". L'altare conservato nell'absidiola/cappella di destra è invece in forme sinuose barocche. Realizzato in biancone, presenta il paliotto in misch

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