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Chiese in Provincia di Verona - città di : Chiesa di San Vito
Chiesa di San Vito
Dettagli
La chiesa di San Vito sorge nell'omonima contrada, nel comune di Negrar. Il territorio di San Vito, sin dal X sec., fu sede di un castello di proprietà della Signoria di San Zeno. Qui venne edificata tra XI e XII una chiesa romanica dedicata ai SS. Vito e Modesto, anch'essa soggetta al monastero cittadino di San Zeno. Nel XVI sec. la chiesa versava in pessime condizioni ma ancora esistente. Verso la metà del secolo un nobile del posto edificò una nuova chiesa a lato di quella antica, dedicandola sempre a S. Vito. La chiesa antica in un momento indefinito venne demolita. Di essa rimane solo la bella torre campanaria romanica, tutt'ora utilizzata dalla nuova chiesa di S. Vito. Esternamente l'edificio si presenta in linee rinascimentali, con facciata a capanna rivolta a meridione. Ancora in piedi a qualche metro dalla chiesa il bel campanile romanico appartenente all'edificio precedente. L'interno è ad aula unica, molto semplice ma ben tenuto. Copertura a doppia falda in cotto. Pavimentazione in lastre squadrate di pietra rosa della Lessinia. Degno di nota il campanile, bell'esemplare di romanico maturo veronese.
Pianta
Impianto planimetrico ad unica aula rettangolare a forte sviluppo longitudinale, che registra un leggero allargamento nella porzione più prossima al presbiterio dovuto ad una riduzione della sezione muraria. Un semplice basamento in pietra locale, rialzato di un gradino rispetto al livello dell’aula, individua il presbiterio. Oltre la parete di fondo è presente un vano a sviluppo semicircolare emergente all’esterno adibito a sacrestia, ed accessibile dalla navata da due aperture poste lateralmente al presbiterio. L’ingresso principale presenta una soglia rialzata rispetto al livello del sagrato esterno.
Facciata
Facciata rinascimentale a capanna, rivolta a meridione. Portale d'ingresso di forma rettangolare, sovrastato da una mensola protettiva, sopra la quale è aperta una finestra a croce modanata. Il timpano reca dipinta la seguente iscrizione: "D.O.M. S. VITO".
Preesistenze
Del preesistente edificio romanico si conserva l’originaria torre campanaria, che si eleva isolata in posizione distanziata dalla chiesa attuale.
Strutture di elevazione
Le strutture portanti di elevazione sono realizzate in muratura mista con prevalenza di conci di pietra calcarea locale legati con malta di calce. I paramenti esterni ed interni sono intonacati.
Strutture di orizzontamento e/o voltate
L’aula interna è coperta da una controsoffittatura piana realizzata in canniccio intonacato.
Coperture
Il corpo principale della chiesa presenta una copertura a due falde con struttura portante costituita presumibilmente da incavallature lignee a schema statico semplice e sovrapposti arcarecci, orditura minore in travetti e manto sottocoppo in tavelle di cotto; il manto di copertura è realizzato in coppi di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell’aula è realizzata in lastre quadrate di pietra calcarea rosata della Lessinia (pietra di Prun), posate a corsi obliqui. Il locale adibito a sacrestia è pavimentato con piastrelle in ceramica.
Prospetti interni
I prospetti interni si presentano semplicemente intonacati e tinteggiati, caratterizzati da una cornice sommitale con decorazione a motivi geometrici e da una zoccolatura inferiore in marmo rosso Verona. Lungo i fianchi laterali si aprono finestrature quadrate con contorni in pietra bianca.
Prospetti esterni
I prospetti esterni, dalla geometria semplice e lineare, sono rivestiti con una intonacatura a base cementizia; sul fianco occidentale si estende una zoccolatura inferiore realizzata con un rivestimento in lastre di pietra calcarea locale. La continuità muraria è interrotta dalle forometrie con contorni squadrati in pietra; una cornice sottogronda aggettante in lastre di pietra di Prun conclude superiormente le strutture murarie perimetrali.
Campanile
Torre campanaria antica, attribuita al XII sec. Base quadrata.
XII sec. - XII sec. (origini e costruzione intero bene )
Nel territorio di San Vito sono attestati fin dal 985 un vicus ed un castello. Nel 1014 tali possedimenti passarono, su decreto imperiale di Enrico II, al monastero cittadino di San Zeno. L'edificazione della chiesa deve essere di poco posteriore. Difficile stabilire con precisione una data di fondazione in quanto di essa oggi rimane esclusivamente l'elegante torre campanaria, che comunque le è coeva. Dall'analisi delle murature e dello stile architettonico si ipotizza che la costruzione sia da attribuire alla metà del XII sec. Si trattava sicuramente di un edificio in stile romanico, di piccole dimensioni, a navata unica.
1458 - 1458 (soggezione al monastero di San Zeno carattere generale)
Dalla visita pastorale del vescovo Ermolao Barbaro (1453-1471) a Negrar nel 1458 si evince che la chiesa di San Vito ricadeva allora, come oggi, all'interno dei confini della Pieve di Negrar. Il vescovo aggiunge però che al tempo della sua visita S. Vito era "subiecta monasterio Sancti Zenonis de Verona".
1458 - 1605 (obliterazione e ricostruzione intero bene )
Dalle visite pastorali del vescovo Giberti (1530, 1532 e 1540) del Valier Ag. (1577 e 1594) e del Valier Al. (1605) si ricavano utili informazioni. Il Giberti nel 1532 dice che la chiesa è stata"contructam et restauratam per dominum Andream de Burris", mentre nel 1594 il Valier Ag. sostiene che la chiesa sia "consunta et devastata" e ancora di proprietà del monastero di San Zeno. E' dunque ipotizzabile che ai tempi del Giberti la chiesa originaria di S. Vito (ancora di proprietà di S. Zeno) versasse in cattive condizioni e che il nobile Andrea de Burris avesse edificato ex novo la chiesa tutt'ora visibile, distante qualche metro dal sedime dell'edificio originario. Il Valier parlando di chiesa "consunta et devastata" si riferirebbe invece alla chiesa originaria, della quale rimane solo il bel campanile. E' probabile che per un certo periodo siano esistite due chiese, quella antica soggetta a S. Zeno, abbandonata e poi demolita, e quella nuova con annesso l'antico campanile.
1699 - 1817 (cambio di proprietà carattere generale)
Nel 1699 il vescovo Barbarigo (1697-1714) sostiene che la proprietà di San Vito sia passata a tale Bailardino Saibanti, mentre nel 1817 il vescovo Liruti (1807-1827) cita la chiesa chiamandola oratorio Roveretti a San Vì. Attualmente la chiesa è di proprietà della chiesa di San Martino di Tours in Negrar.
1979 - 1979 (restauro e ampliamento intero bene )
Come si può vedere in una lapide murata a lato dell'ingresso, nel 1979, gli abitanti della contrada di San Vito restaurarono e ampliarono in lunghezza la chiesetta in direzione dell'abside.
Cimiteri a VERONA
Onoranze funebri a VERONA
