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Chiese in Provincia di Verona - città di : Chiesa di San Martino Vescovo
Chiesa di San Martino Vescovo
S. Martino Vescovo
Dettagli
L’originaria chiesa di Avesa venne edificata nell’VIII sec. in un luogo differente rispetto a quello dove oggi sorge la chiesa parrocchiale. Nel corso del XIII sec. a lato della chiesa venne edificato un convento misto, maschile e femminile, ispirato alla regola agostiniana di S. Marco in Mantova. Nel 1518 per motivazioni di carattere militare la Repubblica di Venezia, cui Verona era soggetta, ordinò la distruzione di qualsiasi edificio o albero nel raggio di un miglio dalle mura cittadine. Chiesa e monastero di S. Martino furono abbattute. Le monache, che dal 1476 erano passate all’osservanza della regola agostiniana del convento cittadino di S. Giovanni alla Beverara , tra 1523 e 1530 fecero riedificare chiesa e convento nel luogo dell’attuale parrocchiale. Tra 1792 e 1808 la chiesa venne ampliata e rinnovata nelle attuali forme neoclassiche su progetto del celebre architetto veronese Luigi Trezza. Esternamente l’edificio si presenta con facciata a capanna in stile neoclassico. Orientamento ad est. Due le torri campanarie: quella appartenuta all’edificio cinquecentesco, addossata al fianco settentrionale della cappella feriale e quella neoclassica, situata a lato della facciata. Impianto planimetrico ad unica aula rettangolare, conclusa con il presbiterio absidato emergente a sviluppo poligonale a cinque lati, rialzato di due gradini. Lungo i fianchi della navata si aprono quattro semi-cappelle laterali, di cui quelle prossime all’ingresso ospitano l’altare della Madonna del Rosario, sul lato meridionale, e l’altare dell’Addolorata (o di S. Giuseppe) sul lato opposto. I prospetti interni presentano un doppio registro architettonico con alta trabeazione intermedia, ritmati da lesene e semicolonne corinzie nel settore inferiore, e da lesene del medesimo ordine semplificato in quello superiore; un cornice modanata sommitale segna l’imposta della controsoffittatura piana in canniccio con decorazione a finto cassettonato. Copertura a due falde con travature lignee portanti e manto in coppi di laterizio. La pavimentazione della navata è realizzata in quadrotte di marmo rosso Verona e marmo biancone posate a corsi diagonali; il presbiterio è pavimentato con lastre di pietra bianca e marmo rosso Verona.
Pianta
La chiesa presenta un impianto planimetrico ad unica ampia aula rettangolare a marcato sviluppo longitudinale, conclusa con il presbiterio absidato emergente a sviluppo poligonale a cinque lati, rialzato di due gradini. Lungo i fianchi della navata si aprono quattro semi-cappelle laterali emergenti, due su ciascun lato e fra loro prospicienti, di cui le due prossime all’ingresso ospitano l’altare della Madonna del Rosario, sul lato meridionale, e l’altare dell’Addolorata (o di S. Giuseppe) sul lato opposto; l’ambiente sul lato settentrionale prossimo al presbiterio ospitante l’altare del SS. Sacramento, è in diretto collegamento con l’adiacente cappella feriale. L’ingresso principale, con bussola lignea interna, si apre al centro della parete di facciata verso il modesto sagrato antistante; lungo il fianco destro dell’aula sono presenti due entrate secondarie. Sul lato settentrionale della chiesa si sviluppa il complesso edilizio della casa canonica. La possente torre campanaria si eleva a breve distanza dal fianco destro della chiesa, allineata alla facciata principale.
Facciata
Facciata a capanna in stile neoclassico. Orientamento ad oriente. Due coppie di semicolonne con capitelli corinzi poggianti su altrettante zoccolature e reggenti la trabeazione, incorniciano il portale d’ingresso di forma rettangolare, sovrastato da un medaglione circolare decorato internamente con un bassorilievo raffigurante “S. Martino che dona il mantello al povero”. Ai lati del medaglione, all’interno di due nicchie sono collocate le statue di S. Bernardo e di S. Agostino. Conclude verticalmente il prospetto il timpano lievemente aggettante con cornice decorata a denti di sega.
Strutture di elevazione
Le strutture di elevazione
VIII sec. - XII sec. (origini e costruzione intero bene)
Edificata nel corso dell’VIII sec. su territorio donato dai sovrani franchi alla chiesa veronese, in segno di riconoscenza la primitiva chiesa del paese di Avesa venne dedicata a S. Martino, santo molto venerato in Francia. A lato della chiesa, nel 1224 Ottonello e Maurisio de Bastardi “huomini di gran riputazione, ricchi e di santa vita” fondarono un monastero, inizialmente misto (fino al XIII sec.), poi solo femminile (fino al 1476 soggetto al cenobio agostiniano autonomo di S. Marco di Mantova).
1336 ante - 1336 (origini e costruzione intero bene)
Avesa figura nell’elenco delle parrocchie cittadine redatto da notaio Pegoraro nel 1336.
1518 - 1530 (distruzione e ricostruzione intero bene)
Nel 1518 per motivazioni di carattere militare la Repubblica di Venezia, cui Verona era soggetta, ordinò la distruzione di qualsiasi edificio o albero nel raggio di un miglio dalle mura cittadine. Chiesa e monastero di S. Martino furono abbattute. Le monache, che dal 1476 erano passate all’osservanza della regola agostiniana del convento cittadino di S. Giovanni alla Beverara , tra 1523 e 1530 fecero riedificare chiesa e convento nel luogo dell’attuale parrocchiale (situato poco più a nord del sito in cui sorgeva l’antico complesso, area oggi occupata dalla Clinica S. Francesco).
1792 - 1808 (ampliamento intero bene)
Tra 1792 e 1808 la chiesa parrocchiale di Avesa venne ampliata e rinnovata nelle forme neoclassiche attuali. Disegno a firma dell’arch. veronese Luigi Trezza. L’edificio di epoca rinascimentale venne inglobato nella nuova costruzione e ne venne conservato il campanile, tant’è che ancora oggi al chiesa di S. Martino ha due campanili, quello cinquecentesco e quello progettato dal Trezza.
1806 - 1806 (soppressione del monastero carattere generale)
Su decreto napoleonico, nel 1806 il monastero di S. Martino fu soppresso ed acquisito dal Demanio.
1891 - 1901 (restauro intero bene)
In seguito ad un violento terremoto, occorso nel 1891, la chiesa venne restaurata soprattutto nei muri perimetrali. Qualche anno più tardi, tra 1898 e 1900, a causa delle precarie condizioni statiche della copertura, venne chiusa al culto. Nel 1901 fu restaurata dal Genio Civile e riaperta al pubblico.
2002 - 2002 (restauro facciata e campanile)
Risale al 2002 l’intervento di restauro della facciata e del campanile. Progetto a cura dell’arch. Enrico Zorzi.
2007 - 2007 (restauro facciata e campanile)
Del 2007 è l’intervento di sistemazione del sagrato. Progetto a cura dell’arch. Enrico Zorzi.
Cimiteri a VERONA
Onoranze funebri a VERONA
