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Chiese in Provincia di Verona - città di : Chiesa di San Giorgio Martire
Chiesa di San Giorgio Martire
Dettagli
L'area su cui insiste oggi la chiesa di San Giorgio di Valpolicella era anticamente occupata da un santuario pagano costruito dagli Arusnates (popolazione di origine etrusca, stanziatasi nella vallata di Fumane alcuni secoli prima della occupazione romana) e dedicato al Sole e alla Luna. Di tale edificio di culto pagano e di altri reperti di epoca romana, rimangono consistenti tracce sia nella struttura della chiesa attuale (come materiale di reimpiego), sia nel territorio circostante. Il primo edificio cristiano venne edificato in epoca longobarda, tra la fine del VII ed i primi anni dell'VIII sec. Si trattava con ogni probabilità di un edificio ad aula unica, forse originariamente dedicato al Battista, con facciata rivolta ad oriente ed abside ad occidente. Tra XII e XIII sec. chiesa e campanile vennero riedificati in forme romaniche. Dell'edificio di fase altomedievale si conservò esclusivamente la parete occidentale absidata (decorata con un Cristo pancreatore di ispirazione bizantina-ottoniana), dalla quale si dipartono tre navate, terminanti in altretanti absidi. Risultò pertanto un edifico biabsidato, caso unico nel veronese, ma frequente in Germana. L'ingresso fu spostato sul fianco, aprendo un portale, tutt'ora esistente, nel lato meridionale. A tale fase costruttiva romanica appartengono anche il bel chiostro dei canonici e la domus capitoalre (stanzone rettangolare con pareti riccamente affrescate). Nel corso del XIII e del XIV l'interno venne impreziosito con cicli di affreschi pregiati (tra queste notevole l'Ultima Cena sulla parete meridionale). A partire dalla metà del XV sec., a causa dello spopolamento del centro di S. Giorgio (a 378 m/slm) a favore di centri abitati della vallata, l'arciprete della pieve trasferì la sua residenza presso la ex-cappella di S. Ambrogio. A S. Giorgio venne lasciato un cappellano a garantire le funzioni ordinarie. Attualmente l'edificio si presenta con facciata a capanna, edificata interamente in blocchetti di pietra calcarea locale, rivolta ad occidente. Al centro si apre un portale gotico in pietra locale. Pianta basilicale a tre navate, terminanti in altrettante absidiole. La copertura a doppia falda in coppi è sorretta da capriate lignee a vista. Le absidi ovest ed est (corrispondenti all'ingresso e al presbiterio) e le due absidiole minori (a lato presbiterio), presentano una struttura a semicalotta sferica in muratura, rivestita esternamente in coppi. Pavimentazione in lastroni rettangolari di pietra calcarea locale. All'interno, a lato dell'ingresso è collocatao l'antico fonte battesimale, mentre nell'area presbiterale è visibile il famoso ciborio longobardo. Buone le condizioni di conservazione dell'intero complesso chiesastico.
Pianta
Impianto planimetrico di tipo basilicale a tre navate separate da due file di otto archeggiature sostenute da pilastri a sezione rettangolare, sostituiti da colonne a sezione circolare nel settore prossimo al presbiterio. Ciascuna delle tre navate, di cui la centrale è di larghezza doppia rispetto alle laterali, si conclude con un'abside emergente a sviluppo semicircolare; all’abside maggiore si contrappone una contro-abside nella parete di facciata in cui si apre l’ingresso principale all’edificio, definendo in tal modo una pianta biabsidata sull’asse maggiore. Il piano della pavimentazione presenta una sopraelevazione di circa 20 cm che si estende all’intera porzione orientale della chiesa; un ulteriore rialzo di due gradini interessa la navata centrale in prossimità dell’abside maggiore. Oltre all’ingresso principale, che si apre nell’abside della facciata occidentale e che presenta la soglia di poco rialzata rispetto l’area pavimentata esterna, sono presenti altre tre aperture lungo il fianco meridionale: due si collocano in posizione prossima alla torre campanaria, e di queste la prima è murata e rialzata di circa mezzo metro, mentre la seconda è tuttora aperta; la terza porta vicina all’absidiola che conclude la navata destra, co
V a.C - VIII d.C. (preesistenze, origini e costruzione intero bene)
Come testimoniano numerosi reperti di epoca pre-romana e romana (incastonati nell'edificio o sparsi nel terreno circostante), l'area oggi occupata dalla Pieve di S. Giorgio in Valpolicella era anticamente sede di un santuario pagano, forse dedicato al Sole e alla Luna (come suggerirebbe il ritrovamento di un'ara sacrificale riutilizzata come basamento di una colonna, dedicata a queste due divinità) edificato dagli Arusnates, popolazione di origine retico-etrusca, stanziata tra la vallata di Negrar e quella di Fumane e preesistente l'occupazione romana dell'area. In seguito alla caduta dell'Impero Romano, S. Giorgio, grazie alla sua posizione elevata (378 slm), divenne sede di un insediamento fortificato longobardo e successivamente della chiesa extraurbana più antica della Diocesi di Verona.
VIII sec. - VIII sec. (costruzione intero bene)
Il primo edificio cristiano venne edificato a S. Giorgio in epoca longobarda (562-774) tra la fine del VII sec. ed i primi anni dell'VIII sec. Tale datazione è generalmente accettata dagli storici in base all'iscrizione incisa sul ciborio, che ricorda l'artista che lo lavorò, tale maestro Orso, il vescovo di allora, Domenico ed il re longobardo al potere in quegli anni, Liutprando (712-744). Il ciborio venne pertanto realizzato durante i trent'anni di governo di Liutprando, ma è probabile che la chiesa sia ad esso precedente e che originariamente non fosse dedicata a S. Giorgio, ma a S. Giovanni Battista. Pare che l'edificio di epoca longobarda avesse orientamento opposto a quello attuale (est-ovest, dove oggi vi è l'ingresso vi era allora il presbiterio con l'abside).
XI sec. - XIII sec. (erezione campanile)
E' probabile che la chiesa longobarda fosse dotata di una torre campanaria, situata probabilmente nello stesso luogo di quella attuale, ma di dimensioni inferiori. In un momento successivo, ma non stabilito, il campanile venne ricostruito o innalzato in forme romaniche. Alcuni, confrontandolo con altri campanili del veronese (S. Floriano, S. Martino di Negrar) vedrebbero in S. Giorgio un archetipo, datandolo alla fine dell'XI, primi anni del XII, altri, basandosi invece sull'analisi stilistica delle poche decorazioni (archetti pensili, lesene ed in particolare le trifore della cella campanaria) preferiscono una datazione compresa tra la fine del XII e gli inizi del XIII sec.
XII sec. - XIII sec. (ricostruzione romanica intero bene )
Tra XII e XIII sec., forse perchè danneggiata dal terremoto del 1117, forse perché divenuta angusta, la chiesa longobarda venne in gran parte demolita e ricostruita in forme romaniche. Dell'edificio precedente si conservò solo la parete occidentale con l'abside (decorata con Cristo Pancreatore di ispirazione bizantino-ottoniana) dalla quale si dipartivano tre navate terminanti in altrettante absidi. Risultò pertanto un edificio biabsidato, caso unico nel veronese, ma frequente in Germania (Obermunster di Ratisbona, cattedrali di Bambnerga, Woems, Magdeburg e Augusta per citarne alcune). L'ingresso fu spostato aprendo una porta laterale sul fianco meridionale. A questa fase costruttiva appartengono anche il bel chiostro dei canonici (con alternanza di capitelli a stampella ed altri decorati con motivio floreali e apotropaici) e la domus capitolare (stanzone rettangolare con pareti riccamente affrescate).
1145 - 1145 (bolla di Eugenio III carattere generale)
In questi anni San Giorgio compare nei documenti per la prima volta con il titolo di Pieve in una bolla papale emanata da Eugenio III nel 1145 ("plebem Sancti Georgii cum cappellis et decimis et familiis et dimidia curte").
XIII sec. - XIII sec. (decorazione ad affresco navata meridionale)
All'interno della chiesa, sulla parete meridionale si nota un affresco raffigurante "L'Ultima Cena", attribuito al XIII sec.
XIV sec. - XIV sec. (decorazione ad affresco intero bene )
La maggior partre delle decorazi
Cimiteri a VERONA
Onoranze funebri a VERONA
