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Chiese in Provincia di Verona - città di : Chiesa di Santa Maria
Chiesa di Santa Maria
Santa Maria in Progno
Dettagli
In zona pedecollinare accanto al torrente Progno, si trova la chiesa di S. Maria in Progno, conosciuta anche come Santuario della Madonna del Carmine. Una prima cappella doveva esistere già tra XII e XIII sec. Dal 1659 rettoria della parrocchiale di Negrar e Santuario Mariano. Ricostruita nei primi anni del Settecento, divenne parrocchia autonoma il 25 dicembre del 1951. Si accede alla chiesa solo tramite un ingresso laterale. L'interno è a navata unica con abside rettangolare. Controsoffittatura a volta e copertura a doppia falda in coppi. All'interno è conservata la tela del "Battesimo di Cristo" di Felice Brusasorzi e la "Madonna e i Santi" di Marcantonio Bassetti. Di Antonio Pelagrassi il dipinto sul soffitto raffigurante la "Madonna del Carmine", opera del 1939.
Pianta
La chiesa presenta un impianto planimetrico ad unica ampia navata rettangolare con asse maggiore longitudinale; il presbiterio, a pianta quadrangolare e di larghezza ridotta rispetto l’aula, presenta il piano rialzato di un gradino che si prolunga fino ad occupare parte della navata. Al centro dei fianchi laterali dell’aula si collocano due altari minori, uno per lato, ospitati all’interno di un minimo sfondamento della struttura muraria inquadrato da un’archeggiatura in aggetto. Sul fianco settentrionale del presbiterio si colloca la sacrestia, sul lato opposto il battistero; entrambi gli ambienti sono accessibili dall’aula. La torre campanaria si eleva addossata al fianco settentrionale della navata ed in aderenza al corpo di fabbrica che ospita la sacrestia. L’ingresso verso la facciata, con bussola lignea interna cui sui sovrappone la cantoria, è di fatto inaccessibile dall’esterno trovandosi parte dell’adiacente casa canonica addossata al fronte principale della chiesa. L’aula risulta pertanto accessibile da tra ingressi laterali, due sul fianco meridionale ed uno sul lato opposto.
Facciata
La facciata della chiesa di S. Maria in Progno, orientata a ponente, è stata inglobata dalle costruzioni parrocchiali adiacenti. Attualmente funge da ingresso la fiancata meridionale, nella quale si aprono due portali simmetrici, al di sopra dei quali due finestrone esagonali danno luce all'interno dell'edificio. Nel mezzo la meridiana realizzata nei primi anni Novanta.
Strutture di elevazione
Le strutture di elevazione sono realizzate in muratura portante costituita da conci di pietra calcarea locale legati con malta di calce; i paramenti murari sono intonaci sia all’esterno che all’interno.
Strutture di orizzontamento e/o voltate
La navata è coperta da una volta a botte ribassata con teste di padiglione. Il corpo absidale è chiuso superiormente da una volticciola a botte. Le strutture voltate sono realizzate in canniccio intonacato collegato alla sovrapposta centinatura lignea.
Coperture
La copertura a due falde posta superiormente all’aula presenta una struttura portante costituita presumibilmente da un sistema di capriate lignee e con orditura secondaria di tipo tradizionale. Manto di copertura in coppi di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell’aula è costituita da lastre rettangolari di pietra calcarea locale, alternata ad elementi in marmo rosso Verona. Nella fascia centrale che attraversa longitudinalmente la navata sono presenti antiche lastre tombali. La pavimentazione del presbiterio è caratterizzata da un motivo geometrico policromo, realizzato con elementi in marmo rosso Verona, marmo biancone e marmo nero; l’intero disegno è contornato da una bordatura in pietra bianca. Il piano absidale è pavimentato con lastre rettangolari di pietra calcarea rosata (pietra di Prun).
Prospetti interni
L’ambiente interno presenta un ampio impianto spaziale, caratterizzato da una composizione architettonica semplice ed armonica, illuminato dalle ampie finestrature ottagonali che si aprono lungo i fianchi longitudinali. I prospetti interni sono intonacati, con una zoccolatura inferiore in lastre di breccia ro
1222 - 1458 (origini e costruzione intero bene)
Il primo documento noto, inerente la chiesa di S. Maria in Progno, risale all'inizio del Duecento. Si tratta di un testamento redatto a Prun il 30 marzo 1222 nel quale un certo Januario de Pevecano stabiliva dei legati ad alcune chiese tra le quali figura anche "Sancte Marie in Progno". Allo stato attuale non si ha modo di conoscere alcun dato storico o architettonico inerente questo primo edificio. E' certo invece che fosse una delle cappelle appartenenti alla pieve di S. Martino di Tours in Negrar. Il vescovo Ermolao Barbaro (1453-1471), in visita pastorale ad alcune chiese delle Valpolicella nel 1458, definisce S. Maria in Progno "ecclesia campestris", peraltro in pessime condizioni e non officiata. Decise pertanto, in accordo con l'arciprete di Negrar, di darla in concessione a due religiosi, tale Roberto de la Padulla e Leo Persio, i quali ripristinarono prontamente l'edificio. A servirla fu incaricato l'arciprete stesso di Negrar.
1553 - 1553 (passa all'ordine dei Carmelitani intero bene)
Nel 1553, venne affidata all'ordine dei Carmelitani provenienti dalla chiesa cittadina di S. Tommaso Cantuariense (che qui rimasero fino al 1656, anno in cui la Repubblica di Venezia soppresse l'ordine e ne mise all'asta i beni) i quali introdussero la venerazione della Madonna del Carmine. Oggetto di culto era una statua del XVI sec. in marmo dorato raffigurante una Madonna in piedi con il Bambino in braccio, secondo la tradizione popolare miracolosamente recuperata tra le acque del torrente Progno.
1553 - 1605 (ampliamento o ricostruzione intero bene)
Dalla visita pastorale del vescovo di Verona Luigi Lippomano (1548-1558), a S. Maria nel 1553 apprendiamo che la chiesa era dotata di due altari portatili, mentre dalla visita del vescovo Agostino Valier (1565-1606), datata 1605, veniamo a sapere che gli altari sono ben cinque, quello maggiore più altri quattro (dedicati a S. Giovanni Battista, S. Domenico , SS. Trinità e S. Maria) il che fa pensare che verso la seconda metà del Cinquecento la chiesa sia stata notevolmente ampliata se non radicalmente ricostruita.
1659 - 1659 (diviene rettoria e santuario mariano carattere generale)
A partire dal 1659 diventa rettoria della chiesa di S. Martino di Negrar e Santuario dedicato alla Madonna del Carmine. Ciò risulta dai verbali della visita pastorale del vescovo di Verona Sebastiano Pisani I (1653-1668).
1710 - 1717 (ricostruzione intero bene)
L'attuale aspetto del santuario si deve all'ultima ricostruzione avvenuta nei primi anni del XVIII sec. Il vescovo Gradenigo (1714-1725), a S. Maria nel 1717, nella sua relazione afferma che l'edificio precedente venne demolito e ricostruito ex-novo, ad aula unica e con soli tre altari.
1951/12/25 - 1951/12/25 (erezione in parrocchia carattere generale)
Il 25 dicembre del 1951 viene smembrata dalla parrocchiale di Negrar, divenendo parrocchia autonoma col titolo di S. Maria in S. Maria in Progno.
1992 - 1994 (restauro intero bene)
Tra 1992 e 1994, la chiesa ed il complesso degli edifici parrocchiali furono restaurati esternamente con intonacatura e tinteggiatura. Nel corso dei lavori è stata coperta una vecchia meridiana affrescata sulla fiancata meridionale, in quanto completamente illeggibile a causa dell'usura degli agenti atmosferici. Al suo posto ne è stata disegnata una nuova, diversa dalla precedente, con l'iscrizione "horae umbra solis".
Cimiteri a VERONA
Onoranze funebri a VERONA
