Chiese in Provincia di Verona - città di Gazzo Veronese: Chiesa di Santa Maria Maggiore

Chiesa di Santa Maria Maggiore
S. Maria Maggiore

VERONA / GAZZO VERONESE
Piazza Piazza, 13 - Gazzo Veronese (VR)
Culto: Cattolico
Diocesi: Verona
Tipologia: chiesa
La chiesa della chiesa di S. Maria è legata alla presenza in loco di un monastero benedettino già nell'VIII sec., testimoniata dai privilegi che le furono concessi dai re longobardi Liutprando (712-744) e Ildeprando (744). A partire dal IX sec. (846) il monastero è dipendente da quello cittadino di S. Maria in Organo e quindi soggetto all‘ autorità del patriarca di Aquileia. Dell'edificio di periodo longobardo rimane oggi solo il pavimento musivo in opus tessellatum con motivi floreali ad... Leggi tutto
Fonte: BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web

Dettagli

La chiesa della chiesa di S. Maria è legata alla presenza in loco di un monastero benedettino già nell'VIII sec., testimoniata dai privilegi che le furono concessi dai re longobardi Liutprando (712-744) e Ildeprando (744). A partire dal IX sec. (846) il monastero è dipendente da quello cittadino di S. Maria in Organo e quindi soggetto all‘ autorità del patriarca di Aquileia. Dell'edificio di periodo longobardo rimane oggi solo il pavimento musivo in opus tessellatum con motivi floreali ad intreccio e ad onda, parti di un pluteo decorato in marmo ed epigrafi di periodo romano e longobardo, ora situate all'esterno della parete meridionale della chiesa. Devastato dall'invasione degli Ungari dell'899 l'edificio venne restaurato nel X sec. per poi essere nuovamente danneggiato dal terremoto del 1117. Ricostruito in forme romaniche nel corso del XII sec. a tre navate, fu consacrata nel 1225 dall'abate di San Zeno per conto del patriarca di Aquileia. Nel 1228 i diritti giurisdizionali di cui il monastero di S. Maria in Organo godeva in Gazzo vennero concessi in feudo ad Alberto della Scala e riconfermati poi ai suoi discendenti. Con l'arrivo dei veneziani i beni passarono a tale Antonio Capodiferro (1408) e una ventina d'anni più tardi alla famiglia Giusti (1428). Del XV sec. è la costruzione del campanile. Nel 1526 la chiesa venne eretta in parrocchia autonoma. Del XVIII sec. è la costruzione delle cappelle laterali atte ad ospitare i preesitenti altari, dedicati a S. Francesco e alla Vergine del Rosario. Nel 1938 l'edificio venne integralmente restaurato con la supervisione ed il patrocinio del marchese Da Lisca. In tale occasione vennero ripristinate le due absidiole e venne riaperta la bifora in facciata. Oggi la chiesa non si discosta di molto nell'aspetto dalla chiesa di fase romanica. Esternamente si presenta infatti con facciata a capanna interamente edificata in mattoncini di laterizio. La pianta interna è a pianta basilicale con una navata maggiore, terminante con l'abside maggiore, e due laterali di dimensioni inferiori, culminanti con altrettante absidiole. Copertura a doppia falda in coppi di laterizio, poggiante su una struttura portante in capriate lignee a vista. Pavimentazione in marmo chiaro di recente collocazione, intervallato lungo la navata centrale da riquadri in vetro laddove il pavimento musivo sottostante è meglio conservato. Buone le condizioni di conservazion dell'edificio, nonostante la forte umidità presente in tutta l'area per la vicinanza del fiume Tione. Numerosi gli affreschi parietali (principalemente attribuibili al XIV sec.) sparsi lungo le pareti laterali, nell'abside e nelle absidiole.

Pianta

Impianto planimetrico di tipo basilicale a tre navate, separate da due file di quattro archeggiature sostenute da colonne e pilastri a sezione rettangolare, e concluse ciascuna da un’abside emergente a sviluppo semicircolare, di cui quella settentrionale inglobata nella struttura del campanile. Il piano del presbiterio occupa parte dell’ultima campata della navata maggiore e si colloca su un basamento rialzato che si estende fino all’abside maggiore e che interessa anche l’abside minore destra. Lungo il fianco meridionale dell’aula si apre una cappella con l’altare della Madonna; simmetricamente sul lato opposto un’apertura consente l’accesso alla sacrestia, ospitata in un corpo edilizio realizzato in addossamento al fianco settentrionale della chiesa. L’ingresso principale, con bussola lignea interna, si apre al centro della parete di facciata; lungo il fianco meridionale è presente un ingresso minore.

Facciata

Facciata a salienti, rivolta ad occidente, edificata, come il resto dell'edificio, in mattoncini di cotto. Al centro si apre il portale rettangolare d'ingresso in marmo bianco originariamente protetto da un protiro pensile, ora scomparso, ma identificabile dalle ricuciture murarie. Più in alto una bifora con capitello a stampella illumina l'interno. Ancora più in alto è aperta una finset

VIII sec. - VIII sec. (origini e costruzione intero bene)

L'esistenza della primitiva chiesa di Gazzo è legata alla presenza in loco di un monastero benedettino già nell'VIII sec., testimoniata dai privilegi che le furono concessi dai re longobardi Liutprando (712-744) ed il nipote Ildeprando (744) e che vennero confermati dai succdessivi re ed imperatori. E' lecito pensare che la dfondazione del monastero in questa zona sia da collegare con la presenza di una strada consolare romana, la Claudia Augusta, che di qui passava, ed al vicino corso del fiume Tartaro.

846 ante - 846 (rinnovamento intero bene)

Nei secoli successivi il monastero appare dipendente da quello cittadino di S. Maria in Organo e quindi soggetto alla autorità del Patriarca di Aquileia. Ciò spiega il fatto che tra le reliquie ricordate su una epigrafe, ora collocata sulla parete esterna della chiesa, figurano alcuni santi aquileiesi. Del legame con il monastero cittadino è chiara dimostrazione inoltre il fatto che l'abate di S. Maria in Organo, tale Odiberto, contribuì nell'846 (come ricordato in una epigrafe) al rinnovamento dell'altare maggiore e probabilmente anche del resto dell'edificio. Di tale edificio rimane oggi il bel pavimento musivo, rinvenuto durante i lavori di restauro del 1938 a 40 cm. sotto la quota attuale.

X sec. - X sec. (restauro intero bene )

Gli Ungari nell'899 devastarono gran parte della campagna veronese, giungendo anche a Gazzo, dove provocarono danni e devastazioni. Nel corso del X sec. si resero pertanto necessari lavori di restauro anche sulla chiesa di S. Maria.

XII sec. - XII sec. (ricostruzione intero bene )

Nel corso del XII sec., forse in seguito al devastante terremoto del 1117, la chiesa di S. Maria Maggiore venne ampliata e riedificata in forme romaniche. Risultò un edificio che di poco si discosta da quello visibile ancora oggi, con orientamente secondo l'asse litrugico est-ovest e pianta basilicale a tre navate, interamente edificata in mattoncini di cotto.

1225 - 1225 (consacrazione carattere generale )

La chiesa di Gazzo venne consacrata nel 1225 ad opera dell'abate Alberico di San Zeno, che agiva su incarico del patriarca di Aquileia.

1282 - 1282 (passaggio di proprietà carattere generale)

In data 1282 i beni ed i diritti del monastero di S. Maria in Organo di Verona vennero concessi in feudo ad Alberto della Scala e riconfermati poi ai suoi discendenti.

XV sec. - XV sec. (erezione campanile)

Del XV sec. è la costruzione del campanile, che andò ad innestarsi sulla absidiola di settentrione, di fatto obliterandola. In tale occasione, per amore di simmetria, venne demolita anche la absidiola di meridione.

1408 - 1508 (passaggio di proprietà carattere generale)

Con il dominio veneziano tutti i bene di proprietà scaligera a Gazzo passarono dapprima a tale Antonio Capodiferro ed in seguito, nel 1428, alla famiglia dei Giusti, i quali nel 1502 acquisirono anche il titolo di conti di Gazzo. A costoro passò anche il giuspatronato sulla chiesa, come si evince dalle visite pastorali del periodo. Lo stemma della casata è tutt'ora visibile sul bordo di un'acquasantiera in marmo rosso di Verona e su un sigillo tombale in parte ricoperto dall'altare.

XVIII sec. - XVIII sec. (erezione altari laterali)

Per volere e su finanziamento della famiglia Giusti, nel XVIII sec. vennero erette le due cappelle laterali, forse per dare maggiore risalto ai due altari laterali, già esistenti, dedicati a S. Francesco e alla Vergine del Rosario.

1938 - 1940 (restauro intero bene )

Tra 1938 e 1940 la chiesa fu sottoposta ad interventi di restauro sotto la direzione del marchese Da Lisca. In quell'occasione venne ricostruita l'abside di meridione, demolita durante la costruzione del campanile, riparta la bifora in facciata. La ricostruzione del protiro (le cui tracce sono tutt'ora visibili), prevista dal progetto, non venne invece portata a termine.

2008 - 2008 (manutenzione ordinaria copertu

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