Roberto Gervaso, tre schiaffi alla depressione
Lo scrittore racconta al Bibiena la sua vittoria contro il “cane nero”. Con molti riferimenti a Mantova
L'incontro con un noto impresario mantovano di pompe funebri, che gli snocciola un lungo elenco di vip virgiliani che si sono serviti della sua onorata agenzia. Il dono di una "baretta", tipo portachiavi. Una bara vuota. Una salama (salma con l'aggiunta di una a). Roberto Gervaso che vede nella bara una donna che amò in gioventù, Babette, che lui medesimo s'inventa essersi gettata nella Senna e annegata per colpa sua. Sensi di colpa terribili. Compreso quello, un paio d'anni dopo...
Pubblicato su Gazzetta di Mantova